47 – Le dita parlanti

Giorni fa ho avuto il privilegio di poter mostrare al professor Gambarara l’articolatore Morse in funzione. Nel ringraziare l’illustre docente dell’attenzione che mi riserva, ne ho anche garbatamente sollecitato - e ne continuo pubblicamente a sollecitare - il commento al fascicolo AG 14 da tempo promesso.

Nel corso del cordiale colloquio, esternando tra l’altro la mia amarezza per l’oblio di Mario Lucidi e, soprattutto, per i trascorsi con Tullio De Mauro, l’amico linguista mi ha lasciato intendere che egli non solo non ha avuto alcuna “delega” ad occuparsi delle mie ricerche, ma, soprattutto, sapendo ben poco di Lucidi, non è assolutamente in grado di entrare nel merito delle sue scoperte prosodiche, cosa che, con tutta evidenza, pregiudica anche qualsiasi serio approccio alla telelinguistica e all’effetto Lucidi (vedi AG 14). Ha anche aggiunto, ma qui non sono certo di aver ben capito, che nel mondo accademico non è costume degli allievi invadere territori di esclusiva “spettanza” dei maestri.

Non avendo né l’intenzione né gli strumenti per sceverare i diritti dai doveri sia dei precettori che dei discepoli, mi limito a registrare, per obbligo di chiarezza e senza permettermi giudizi di sorta, tre silenzi del De Mauro relativi a: scoperte di Lucidi, telelinguistica, incomprensione del Bitnick.

Ciò premesso, credo che Gambarara, per modestia, sottostimi le sue competenze e potenzialità. Infatti la mia telelinguistica – nonché molte delle osservazioni dello stesso Lucidi! – sono abbordabilissime da tutti, specialmente col sussidio di esempi pratici come quello del contest SMS vs Morse (Morse News 126).

Qui la differenza tra scritto e orale è lapalissiana: digitare sulla tastiera del cellulare è scrivere, digitare sulle palette del trasmettitore telegrafico è “parlare”. Certo, per capire a fondo questo concetto bisogna aver assimilato i miei (ormai) non pochi scritti e seguire con più attenzione i prossimi, ma anche senza queste competenze tutti concorderanno che la digitazione sul cellulare (text messaging) è (scrittura) silente, mentre tutti avranno ascoltato i toni del Morse fonetico, dettati dalle dita del primo telegrafista e stenograficamente raccolti dal lapis del secondo telegrafista! Il guadagno di velocità – si badi molto bene, anche se mi rendo conto che il concetto può riuscire ostico – avviene proprio perché il testo non viene trasmesso nella forma scritta, ma in forma orale, e solo dopo è riconvertito in scrittura. Il vero codice, in altri termini, e in questo caso, caro Gambarara, non è il Morse, ma la scrittura alfabetica!

Per i profani aggiungo che i telegrafisti del Tonight Show non usavano il classico tasto Morse “verticale”, ma il più moderno e veloce tasto “orizzontale” (qualche notizia in Morse News 86), ma ciò non pregiudica affatto i risultati della telelinguistica: al posto di “mano parlante” si dirà “dita parlanti” (vedi la chiara foto di apertura, che risulterebbe ancora più eloquente con qualche cognizione degli studi di estesiometria tattile del Buccola).

 

Intervento di Gaeta (5.6.05):

Roberto Vacca cortesemente mi segnala alcuni link relativi alla citata gara Morse vs SMS:

  posted by CowboyNeal on Friday June 03, @03:14 (It's funny.  Laug|

> |   http://slashdot.org/article.pl?sid=05/06/03/0525225              |

> +--------------------------------------------------------------------+

>

> [0]dgnicholson writes "Jay Leno did a [1]text off between two text

> messengers and two Morse coders. The Morse coders handily beat the

> young whippersnappers with time to spare. It might be a fun phone app

> to make a Morse code messenger, if you kept your headset in and had an

> external sender, could be interesting. Perhaps a Morse code Skype device."

>

> Discuss this story at:

>     http://slashdot.org/comments.pl?sid=05/06/03/0525225

>

> Links:

>     0. http://www.dgnicholson.com/Blog

>     1.

> http://www.makezine.com/blog/archive/2005/05/video_morse_cod.html

 

Si tratta di una infinità di contributi, principalmente, presumo, di radioamatori. Li ho solo scorsi velocemente, sia perché in inglese, sia perché mi muovo male in queste ragnatele internettiane, sia perché per motivi anagrafici sono refrattario al linguaggio dei giovani.

La vittoria dei “coders” viene attribuita a questi tre motivi: 1) un singolo carattere Morse può essere digitato in meno tempo di quello occorrente per batterlo col “TAP method” nel tastierino del cellulare; 2) Col tasto Morse (bug) non si perde tempo a spostare il dito da un tasto all’altro; 3) soprattutto, l’SMS è in differita (time-shifted), mentre la trasmissione Morse è in tempo reale: quando chi trasmette ha finito, ha finito anche chi riceve.

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