GV 14 – L’altalena di Beccaria (13.5.2008)

     

Un altro diffusissimo gioco didattico ormai sparito dai nostri laboratori di fisica era l’altalena elettrica (vedi immagini, rispettivamente da Beccaria 1772, Tav. V, e da internet).

Agli estremi della bacchetta di vetro AC, imperniata in B, si collocano due pupazzi dorati, privi di spigoli (per limitare la dispersione delle cariche). Queste statuine possono oscillare tra le quattro sfere E, e (eccesso) e D, d (difetto). La bottiglia di Leida di sinistra spande un “fuoco elettrico” in eccesso (campo elettrico positivo); quella di destra invece ne spande uno in difetto (campo elettrico negativo).

Supponiamo che in un dato istante (foto a destra) entrambi i pupazzi siano elettrizzati in meno: quello di destra perché a contatto di d, e quello di sinistra perché a contatto di D. Subito dopo la statuina di sinistra verrà attratta da e, mentre quella di destra “tradurrà” ossia trasporterà in D (attraverso il conduttore di ottone piegato) la carica in meno. Proseguendo il ciclo il pupazzo di destra tornerà in basso, mentre quello di sinistra (tramite lo stesso conduttore di ottone) tradurrà la carica in più da e a E.

Il moto, si badi bene, non è “perpetuo” (a differenza del sistema Zamboni) perché il ciclo dura finché le bocce non si scaricano (presumibilmente alcune ore); inoltre, osserva molto acutamente Beccaria (pag. 366), c’è l’interazione tra il movimento dovuto alla gravità e quello dovuto all’elettricismo che complica alquanto l’analisi del sistema. Col primo la velocità è massima quando l’oscillazione pendolare è nel punto più basso, col secondo è massima nei due “finecorsa”.

 

N.B. – Ringrazio Fons Vanden Berghen per il permesso di utilizzare la foto dell’altalena, tratta dal suo prezioso museo.

Vai a GALVANI NEWS