(Provvisoriamente è trascritta solo la chiusa del libro)

 

Epilogo

 

L’epilogo del libro è assai breve.

Noi abbiamo dimostrato che il processo psichico, sia elementare come una semplice percezione di uno stimolo esterno, sia complesso, come l’atto del discernimento, della scelta, dell’associazione, della riproduzione mnemonica, è soggetto a misure calcolabili. La legge del tempo si applica a qualunque fenomeno della natura, e però anche ai fenomeni mentali, che la psicologia astratta e persino la scienza sperimentale della prima metà del secolo supponevano estemporanei.

Nel processo di reazione agli stimoli esterni dobbiamo distinguere, con un certo artifizio, due ordini di fattori: l’uno fisiologico (periodo latente sensorio e muscolare, trasmissione sensitiva e motrice nei nervi e nel midollo), l’altro psichico (percezione, appercezione e impulso volitivo). Ma ripetiamo: distinguere i fattori secondo il carattere fisiologico e psichico è cosa puramente verbale. L’atto percettivo completo deve considerarsi, ed è in realtà, un atto inscindibile nei suoi componenti. E ne abbiamo fornito le prove.

La misura del tempo ci dimostra poi che le percezioni degli stimoli, che agiscono sui vari organi di senso, hanno costantemente un discorso cronologico diverso, il quale è più piccolo () nei sensi psicologicamente superiori (udito, tatto, vista) ed è più grande nel gusto e nell’olfatto. In questi ultimi va tenuto conto della diffusione della sostanza eccitatrice.

Nella durata delle varie percezioni gli intervalli psicofisici occupano il maggior spazio di tempo: ciò risulta principalmente dall’esame comparativo di un atto psichico con un atto riflesso spinale.

Alcuni momenti importantissimi, che chiamai “modificatori”, influiscono sulla rapidità delle percezioni elementari.

I modificatori del tempo di reazione, secondo la loro natura e la loro origine, possono artificialmente dividersi in varie classi: biologici (costituzione organico-psichica, grado di coltura, razza, età, sesso); psichici (attenzione, esercizio, stanchezza, emozioni, dolori, ecc,); fisico-chimici ( intensità degli stimoli, qualità degli stimoli, alimenti nervosi, sostanze farmacologiche, temperatura dell’ambiente esterno); patologici (alterazioni dei centri nervosi e delle vie di conducimento della sensibilità e del moto).

In una di queste classi devonsi annoverare le svariate forme di pazzia, cioè le malattie acquisite o congenite, che colpiscono direttamente la sede delle energie mentali ed hanno quindi un’influenza potentissima sul meccanismo cronometrico delle percezioni le più semplici.

Un altro fattore che merita speciale riguardo e concorre a modificare il tempo di reazione, è il luogo in cui si dispiega l’eccitamento esterno. Esso va studiato nei due sensi estensivi, la vista e il tatto, e con particolar modo nell’ultimo perché si presta meglio alle indagini cronometriche. E l’esperienza dimostra che i punti dell’organo cutaneo, i quali hanno maggiore attitudine discriminativa, provocano percezioni più rapide di altri punti, che sono meno ricchi di senso di luogo.

Quando il processo psichico si complica, come avviene ad esempio nella reazione con discernimento di due impressioni, la sua durata conseguentemente si accresce. Noi possiamo misurare per stesso e senza difficoltà l’atto necessario a discernere due o più stimoli esteriori, partendo dal semplice periodo fisiologico del tempo di reazione, e possiamo anche calcolare l’intervallo della scelta con un metodo analogo. Aggiungasi inoltre che se aumenta la quantità delle impressioni (colori, suoni, ecc.) che devono essere distinte, il tempo psichico si fa più lungo. Così pure l’atto volitivo è relativamente breve dovendo scegliere tra il movimento e il riposo, ed è maggiore quando la scelta cade tra due movimenti.

Sul tempo del discernimento possiamo indurre delle variazioni, sia col mutare artificialmente lo stato di sensibilità dell’organo periferico, sia col sottoporre l’organismo nervoso alla influenza di alcune sostanze speciali come l’alcool, l’etere etilico, il nitrato d’amile e il cloroformio. Lo stesso dicasi dell’atto di scelta. E coteste variazioni sono misurabili analogamente a quelle che abbiam visto prodursi nel semplice periodo fisiologico.

Ma l’analisi sperimentale si spinge ancora innanzi, ed è possibile ottenere la misura della durata di percezioni complesse, cioè del tempo bastevole ad appercepire vari eccitamenti esterni, quali i simboli grafici che rappresentano numeri, lettere, figure geometriche e così di seguito. In genere può dirsi che gli intervalli psichici aumentano con il complicarsi degli eccitamenti.

Dalle percezioni complesse si passa all’associazione delle idee. Valutare il tempo perchè un’idea, contenuta in una parola che si pronunzia rapidamente, svegli per leggi associative un’altra idea, è un fatto assicurato dall’esperienza. L’intervallo ordinario dura in media 0.72 sec, e diventa maggiore se il processo di associazione è meno abituale e più astratto dei comuni rapporti con cui le idee e le imagini sogliono concatenarsi l’una all’altra.

Finalmente abbiamo tentato uno studio dei fenomeni della memoria, sia nel loro aspetto psichico (riproduzione delle percezioni di movimento nello spazio visivo e tattile; senso del tempo), sia nel loro aspetto organico (scrittura delle lettere e delle parole).

La riproduzione delle percezioni di movimento non corrisponde mai esattamente alla realtà: vi sono certe leggi che regolano i fatti mnemonici e qui è inutile ripeterne i corollari. Nel calcolare poi quantità eguali di tempo si commettono degli errori, che stanno in proporzione diretta con le grandezze del tempo.

Ma se la memoria psichica è in qualche modo fallace, per contrario è meravigliosamente sicura la memoria organica, di cui abbiamo recato un largo numero di esempi tratti dal meccanismo di formazione dei segni grafici.

Così nel nostro studio, partendo dalle percezioni elementari e seguendo mano a mano l’evoluzione dei processi psichici, siamo giunti agli atti incoscienti o di memoria organica. L’unità delle molteplici ricerche a noi sembra sia stata mantenuta; nondimeno resta ancora molto a fare nel campo immenso dei fenomeni del pensiero, e la psicologia sperimentale conserva per l’avvenire nuove e feconde scoperte.