47 - Grazie Arbore!

 

Avantieri sera ho assistito, assieme a mia moglie e ad altre centomila persone, al concerto dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore a Piazza del Popolo a Roma.

Sicuramente molti lettori delle mie News avranno fatto esperienze simili, ma potrebbe esservi qualche “cucco” come me (63 anni) alieno – in tutti i sensi – e ignaro di questi “grandi eventi di massa” a cui con queste righe potrei (tentare di) trasmettere le emozioni che ho provato.

Ovviamente conoscevo a menadito e amavo tutti i classici suonati (Luna rossa, Dove sta Zazà, ecc.), ma ascoltarli “dal vivo”, con la complicità di moderni e superbi impianti elettroacustici (stereofonici, quadrifonici, se non addirittura olofonici) è stata un’esperienza che non esito a definire “nuova”. La musica ci avvolgeva, ci avvinceva e ci travolgeva. Istintivamente, ecco la “scoperta”, tutti seguivamo il ritmo, muovendoci e muovendo “a tempo” tutti gli oggetti (anche la bottiglietta di acqua minerale gentilmente offerta dagli organizzatori…) che avevamo a portata di mano.

È molto probabile che tra quelle centomila persone non ci sia stato neanche un analfabeta. Meglio così, non mi si fraintenda: voglio semplicemente dire che in quell’occasione le “competenze linguistiche”, diciamo di “livello alto”, erano superflue – e forse anche d’intralcio – alla libera impressione ed alla libera espressione delle sensazioni musicali, di livello “basso”.

Forse ho anche capito qualcosa sul comportamento “irrazionale” e sulla psicologia delle folle – negli stadi, nei raduni religiosi, nella politica e in tutti i consessi, compresi quelli apparentemente e istituzionalmente più “lucidi”.

 

Intervento di Pigliacampo (30.6.05):

Caro  Dr. Gaeta, ho compreso bene la Sua esperienza del Concerto di Arbore. A volte - e anch'io ne sono stupito - allorché vedo tanti miei amici silenti ballare. Loro ballano visivamente "ascoltando" le vibrazioni per via tattile. Infatti, la musica percepita per via tattile è più intrinseca, entra nell'anima rispetto alla musica acustica. Se avessimo maggiore diligenza per la percezione tattile riusciremmo ad apprezzare meglio (come è accaduto a lei) la parola verbale e la comunicazione che avviene in modo inconsueto (v. Morse, LIS, espressività, fischi, ecc.).

Cordialità. Suo, Renato Pigliacampo.

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