45 – L’audizione tattile” del Malossi

            

 

Eugenio Malossi, a cui ho già accennato nella News su Colucci, fino a 6 anni era vedente, anzi “veggente”, come si diceva nell’ottocento. Una encefalite poi gli paralizzò e mutilò tutti i sensi eccetto il tatto, limitandogli la vita mentale alla sola residua sensazione muscolare. La morte lo colse nel 1930, quando non aveva ancora 40 anni.

Francesco Artusio e Domenico Martuscelli, ai primi del novecento, lo avevano amorevolmente accolto nell’Istituto (Principe o Colosimo) per giovani ciechi di Napoli. Da uno stato quasi “selvaggio” in cui diveniva furibondo se qualcuno cercava di accarezzarlo passò ben presto ad una accettabile vita sociale, anzi si rese utile con lavori di meccanica di precisione (foto a sinistra) e invenzioni per i piccoli ciechi: guidamano, tavolette tipo Braille, una modifica ad una macchina da scrivere (una leva che dava un segnale tattile al posto del campanello) e soprattutto il celebre “alfabeto Malossi”, fatto di tocchi e pizzichi sulle dita e sul palmo della mano (disegno a destra).

Come Elena Keller e Laura Bridgam, famose minorate dell’ottocento, riusciva a emettere parole nel modo gutturale dei sordomuti e sentiva le vibrazioni sonore non per via aerea ma se gli pervenivano col contatto diretto (mano sul grammofono, sul pianoforte, sulla gola di chi parla, sulla cupola di un cappello vibrante, sui vetri delle finestre o dei finestrini dell’auto, ecc.) o attraverso un intermediario (un lungo spago teso fino ad un diapason vibrante, un filo come quello dei celebri “lettori del pensiero”, ecc.).

La sua mano callosa sentiva i più vellutati toccamenti e gli faceva catalogare gli uomini da come gliela stringevano. Ma le più squisite e precise sensazioni tattili, e la direzione dei movimenti, gli provenivano dalle piante dei piedi. Riconosceva le persone dai passi. Alla sua officina ci si “annunciava” bussando coi piedi. Col piede sapeva ripetere ogni rumore. Sollevato da terra non sentiva più i battiti di piedi e mani, diventava “isolato”, ma bastava che “toccasse” terra per riacquistare le sue “forze”.

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