BE 36 – Il podio usurpato (16.2.2008)

                  Beccaria (1716 - 1781)                          Volta (1745 - 1827)                            Galvani (1737 - 1798)

Alessandro Volta è stato – e rimane, non foss’altro perché la storia non si può cambiare – un grande scienziato. Ma non è un Leonardo, un Galileo, un Newton, e soprattutto, per quello che ci interessa più da vicino, non è un Beccaria, né un Galvani. Questo è il mio pensiero, che manifesto senza pretendere applausi, ma anche e soprattutto senza più tollerare ostracismi e silenzi oltraggiosi.

Ho piena consapevolezza che il mio assunto è oltremodo ardito e che non posso scardinare la forma mentis della gente, comune e addetta ai lavori, solo con frasi a effetto come “Il patrizio comasco”, “La pila ambigua”, “Il genio visionario”, ecc. Anche appoggiando tutti questi titoli a solidissimi riferimenti storico-scientifici e ad autorevolissimi pareri di scienziati come Biot o Spallanzani, il loro taglio ironico rischia di tramutarsi nella classica arma a doppio taglio.

Facendo tesoro – e ringraziando collettivamente – dei numerosi consigli ricevuti preferisco non affrontare su questo tono o “di petto” la spinosissima questione e andare invece coi piedi di piombo, cercando di essere quanto più possibile chiaro e obbiettivo, e di continuare a esporre le mie idee in schede monotematiche e brevi.

L’interpretazione semplicistica del “podio” usurpato da Volta nei confronti dei “concorrentiBeccaria e Galvani (vedi immagini) potrebbe essere quella del plagio scientifico o del tacchino piumato delle penne altrui. Io credo, più semplicemente, che a pagare sia – e sia stato – il malvezzo, per così dire “innocente”, di avvilire una scoperta “perché ciascuno avrebbe potuto farla”. Due piccolissimi, e recentissimi, esempi personali potranno aiutare a capire, spero, cosa intendo.

Dopo mesi di lavoro e scervellamenti io ho trovato che Patuzzi è l’autore dell’Elogio anonimo (vedi Beccaria vindicato) o che Beccaria ha confuso Elmsley con Henley (vedi BE 34). Non ho “brevettato” o racchiuso queste scoperte in scrigni, ma le ho presentate generosamente e in forma chiarissima, condividendole con la comunità scientifica. Ecco, potrebbe accadere, che qualcuno, un “pubblicista” come Volta, semplicemente cavillandoci sopra, cambiando qualche denominazione o qualche virgola, ne continui a parlare sulla stampa (mentre magari l’autore, lo scienziato vero se ne disinteressa, sudando ad altro nel suo laboratorio) al punto che poi la gente automaticamente attribuisca il merito solo a lui, mentre l’eccesso di chiarezza dell’autore a poco a poco è diventato banalità (si rilegga attentamente GA 40).

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