BE 35 – Lo scolopio Leodegario Picanyol (15.2.2008)

 

Infatigable en el trabajo” è detto, tra molte altre cose, dello scolopio catalano Leodegario Picanyol, delle Scuole Pie (1896 – 1968), nel Dizionario scolopico [Vilà Pala e Bandres Rey 1983], da cui riporto anche la foto.

Quest’autore, a me ben noto (nella sola bibliografia beccariana riporto quattro suoi lavori che mi sono stati molto utili), appartiene a quella razza di ricercatori indefessi (tipicamente germanici, per capirci, e che un tempo era costituita dagli amanuensi) il cui scopo principale è quello di tramandare, perpetuare, divulgare e sottrarre all’oblio la vita e le opere altrui, in questo caso dei confratelli scolopici. Come direttore del S. Pantaleo, casa madre scolopica di Roma, fondò la “Parva Bibliotheca Calasanctiana”, collaborò all’Osservatore Romano, curò l’epistolario del Calasanzio e scrisse decine e decine di articoli e di biografie. Prima di lui lo stesso compito era stato svolto, per esempio, dal Viñas e dall’Horanyi.

Mentre però quest’ultimo, [Horanyi 1808], si era diffuso alquanto sulla biografia del Beccaria, gli altri due forniscono solo scarne notizie nei loro repertori. Questi si possono esaminare, ad esempio, nelle sale di consultazione (bibliografica e manoscritti) della Biblioteca Nazionale di Roma, dove, accanto al gran numero di quelli dei gesuiti e di altri ordini religiosi, si trovano due soli repertori scolopici, [Viñas 1911] e [Picanyol 1952]. È in quest’ultimo (vol. 1, p. 33), però, che c’è la notizia preziosa che ha confermato i miei sospetti sul Patuzzi autore dell’Elogio anonimo (vedi Beccaria  vindicato).

Concordo con Giorgio Dragoni nel sostenere che quello della cultura scolopica sia un campo fecondissimo e quasi del tutto inesplorato, ma aggiungo con forza che è assolutamente scandaloso che il nome di Giambattista Beccaria sia stato e rimanga estromesso da tutti i circuiti culturali, sia laici che religiosi.

Circa questi ultimi voglio segnalare una stranezza che mi ha molto colpito consultando il citato repertorio del Picanyol, la separazione netta in tutte le indicazioni bibliografiche: in un elenco ci sono le opere diciamo del “mondo esterno”, in un altro quelle loro, degli scolopi.

vai a BECCARIA NEWS