All. 8

Al Prof. Andrea Frova

Istituto di Fisica - Roma

Roma 12.1.1998                     

 

              Caro professore,

se ho capito bene quanto mi ha cortesemente detto nelle telefonate (luglio e dicembre 1997), sul problema del “tocco” (in particolare del pianoforte) non c’è letteratura recente, mentre per quello del “toc” il maggiore – o forse unico – esperto è Lei.

A mio avviso i due problemi sono connessi ben oltre l’assonanza del nome perché, in entrambi i casi, quello che conta – e che credo sia stato finora sottostimato - è la forza, la durata e la velocità (o accelerazione) dell’urto o del contatto tra battente e battuto, parametri che influiscono e determinano in grande misura la differenza tra suono e rumore.

Non credo che sia il caso, né il luogo, di approfondire, comunque desidero dirle che da vari anni mi occupo di psicoacustica (acumetria, zeitsinn, Wundt, Vierordt, ecc.) e mi permetto di allegare qualche foglio per stimolare una eventuale discussione in proposito, nonché un opuscolo (anche a titolo di referenza) su una mia invenzione di televisione interattiva[1].

Concludo però con due quesiti concreti sui quali le sarei molto grato di una risposta, anche un semplice si/no:

1.     Conosce qualcuno capace di tradurre un libro tedesco di acustica fisico-fisiologica (del 1885, di 274 pagine), che mi serve non per una pubblicazione ma per studio personale e quindi non mi interessa una traduzione curata formalmente. Potrebbe andar bene anche una traduzione a braccio su cassetta, ma rispettosa di tutti i termini tecnici usati. Aggiungo che il costo dovrebbe essere proporzionato alle tasche di uno studioso privo di qualsiasi sovvenzione.

2.     Esiste, che lei sappia, un discriminatore elettronico del rumore del tic e di quello del tac di un (qualsiasi) orologio a pendolo?

                                          Cordialmente

 

 

 



[1] Si trattava di Count-down, talk show interattivo (AG 6).