All. 3

  A  Marco Pellegrinato

Videotime - Direzione Tecnica

v.le Europa 44

20093 Cologno Monzese

  Roma 13.6.96 – Raccomandata

 

  Caro Pellegrinato,

leggendo il giornale mi ha colpito la coincidenza tra lo spot che illustra la svolta di Mediaset (vedi ritaglio allegato)[1] e il programma televisivo “talk show interattivo” Count-down da me ideato. Concordo con l’articolista che pur nell’altissima tecnologia rimane insostituibile la manualità del dito che preme il bottone, il che naturalmente e in particolare mi ha fatto pensare proprio al Bitnick. Certo è una coincidenza, speriamo beneaugurante, ma dovrebbe essere gente del livello di Aldo Grasso quella che dovrà leggere, se non l’ha già fatto, il mio opuscolo.

Allego dei fogli, più che altro un promemoria per me, che avevo preparato per l’incontro che lei stava organizzando - e che spero non sia del tutto abortito prima di nascere. Ho molto apprezzato la sua buona volontà, ma credo che ormai sia chiaro che il Bitnick non può né essere equiparato né tanto meno sostituire il Televideo o Internet di cui avevano momentaneamente bisogno gli autori di cui mi accennava, i quali non avevano la più pallida idea del programma interattivo in cui deve funzionare (cfr. l’allegata lettera a Porcelli; qui all. 2), il che ovviamente avrebbe vanificato in partenza la mia trasferta a Milano.

Il Bitnick, come scrivo nell’ultima pagina dell’opuscolo, è un aggeggio che ha senso solo in simbiosi con un programma ad hoc e non può essere collocato in un contenitore qualsiasi. Ma è più importante quello che scrivo nella prima pagina e cioè che il Bitnick deve essere visto come un “compagno di viaggio” (è questo il significato di Sputnik che si trova in ogni vocabolario): da qui un nuovo modo di fare televisione (non tutta, ovviamente, ma solo quella T.I.E.) e di fruire la televisione, perché la gente sarà intrattenuta in modo nuovo e più coinvolgente grazie alla compagnia del microsatellite con cui, tra l’altro, si sentirà psicologicamente meno isolata. Arrivo a dire che nel mio sistema è più importante il gioco del concorso, anche se questo dovrebbe avere caratteristiche tali da allettare, anzi far gola, ai pubblicitari.

                                                                   Cordiali saluti

                                                                                       Andrea Gaeta

 

 



[1] Articolo, a firma di Aldo Grasso, apparso nel Corriere della Sera del 13.6.96, sulla quotazione in borsa di Mediaset e sul relativo spot pubblicitario basato proprio su un conto alla rovescia.