L’altro Quizzy

 

 

 

Per cominciare a capire lo spirito e la suggestione del Telegrafino bisogna riandare con la mente al ticchettio che fino a qualche decina di anni fa si udiva negli uffici postali o, per i più giovani, evocato nell’epopea del Far West, dove l’arrivo dei rinforzi era spesso legato ai fili di un telegrafo. Quel caratteristico rumore, che permette persino di riconoscere, per così dire, la calligrafia di chi sta manipolando il tasto, è diventato a poco a poco una vera e propria lingua naturale che coinvolge e integra tre sensi umani: udito, tatto e vista (e che rivela i segreti della prosodia essendo l'unica, si badi, veramente musicale e universale).

Il Quizzy di Mike ha due interazioni di livello basso, tra codici, entrambe avulse dal programma televisivo. La prima, immediata, è localizzata nel cosiddetto “telecomando”: quando i numeri combaciano con i codici precedentemente immessi, si accende una luce e suona una musichetta; l’altra, dilazionata, è un colloquio tra due computer via modem telefonico. Il Telegrafino, invece, è si un sistema computerizzato, ma che si inserisce armonicamente nel programma TV e che consente un’interazione di livello alto, tra esseri umani, e cioè di inoltrare (senza telefonare) le proprie risposte ai quiz e di avere subito, come riconoscimento (addirittura scritto) della propria bravura, un telex trasmesso personalmente dallo stesso Mike. Mentre l’Inno alla Gioia del Quizzy è una cosa meccanica, surgelata, questo telegramma in Morse, si badi, è la riproduzione in diretta della viva mano di Mike!

Altre differenze riguardano: un più equo sistema di premiazione a raccolta punti e non con "graduatorie" intrinsecamente fallaci e umanamente insipide perché manca la sfida; un gioco coinvolgente e rilassante in senso proprio, da cui non ci si tira indietro per timore di essere battuti sul tempo e di trovare poi il telefono sistematicamente occupato (le linee tele-telegrafiche infatti sono sempre libere e gratuite); una speranza di vincita realmente proporzionale alla bravura e non più alla prontezza dei riflessi; una nuova forma di spettacolo, rivolta ad un pubblico molto più vasto della ristretta élite dei “quizzaroli”; la valorizzazione di potenzialità non sfruttate del mezzo televisivo, ecc.

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Spero che la mia invenzione, oltre a regalare intrattenimento istruttivo, premi e speranza,

facendoci diventare tutti un po' radioamatori ci possa far sentire anche un po' meno soli.

Ringrazio Vincenzo Siniscalchi, Mario Carpitella e Peppino Palumbo (i0OJ).