RE 31 – Il bastione della Piazza (5.1.2012)

 

      Descrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\pianta Termini 3.jpg           Descrizione: C:\Users\Andrea\Desktop\Termini 6.jpg

                                              Mappa di Roma                                                                          Google Earth 2011

 

Anche in questa “Quarta serie di idraulica romana” (nonché “Seconda serie delle Reuleaux News”) dedicheremo a Termini Imerese e al suo Castello alcune schede, nelle quali faremo riferimento alle seguenti mappe (tutte presenti, in bassa risoluzione, nel noto “Atlante” di Dufour – vedi CA 16):

mappa di Berlino (o di Daidone-Schmettau) (pubblicata in alta risoluzione in AG 28);

mappa di Madrid (SGM, Servicio Geografico Militar, Madrid)

mappa di Roma (ISCAG, Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, Roma);

mappa di Vienna (KAV, Archivio militare, Vienna)

Nel corso di una delle lunghe e preziose conversazioni telefoniche con Agostino Navarra (9.3.2009), il compianto storico termitano mi parlò delle cisterne nell’area del nostro “Belvedere”: “una piccola – cito dai miei appunti – sicuramente romana, perché rivestita di cocciopesto, sul cocuzzolo del Castello; e altre due grandissime, la prima dove c’erano i pompieri, ci entravano alcuni autobus, attualmente è coperta, serviva alla popolazione assediata (per la quale c’era anche un orticello per sopravvivere), l’altra fuori le mura del forte, più o meno dietro l’abside della matrice e serviva per l’uso quotidiano della popolazione. Qui forse c’è una botola. Non sa come potesse arrivarci l’acqua, non si è mai posto il problema. Si potrebbero esplorare.

Mi permetto di correggere Navarra e di pungolare al contempo le istituzioni termitane (nonché gli amici Giunta, Belvedere, Mirabella e Contino): le cisterne si “dovrebbero” esplorare, e scientificamente, perché solo così si potrà capire come “potesse arrivarci l’acqua”. Nel mio piccolo, e nella mia lontananza (nello spazio e …nel tempo), io ho finora “ricordato” (vedi frecce davanti al bastione della Fossola; vedi anche RE 4) ai miei concittadini l’ubicazione della cisterna dei pompieri, quella “conserva d’acqua” che l’ing. Elio Balsamo, nel suo prezioso (e rarissimo) opuscolo “Il castello di Termini” ricorda essere “ancora oggi (1964) in efficienza” (p. 9).

Tutto ciò premesso, vengo al tema di questa News: la scoperta, anche questa per serendipità, dell’esistenza dei ruderi dell’antico “Baluarte de la Plaza” (lettera T nella mappa di Roma, vedi frecce nelle due foto). Navigando sulla mia Termini con Google Earth ho intravisto un’area boschiva triangolare, che, dopo gli opportuni raffronti tra le due immagini presentate, corrisponde senza dubbio al “bastione della Piazza” (lettera B nelle mappe di Berlino e di Madrid). Tale bastione merlato si intravede anche, abbastanza bene, come una sorta di giardino pensile, in una fotografia aerea (del 1968) pubblicata a pag. 74 del già citato libro di Mirabella (vedi CA 25) oppure con Google Earth zoomando (in modalità stradale) sulle vie Castellana ed Emilia (un vicolo cieco). Ho anche sbiadita memoria di quando, da piccolo (verso il 1950), andando in visita con mia madre a qualche sua amica che abitava nella “Piazza” in questione (per l’esattezza all’ultimo piano di un edificio accanto a quel vecchio ufficio postale in cui ebbi a sentire i ticchettii degli ultimi telegrafi), giocavo con qualche coetaneo, senza saperlo, in giardini o spalti carichi di storia.

Poiché nel testo di Mirabella (p. 24) compare anche una fotografia dei ruderi, vicino alla ferrovia, del “bastione di Messina” (lettera H della mappa di Berlino) e poiché nei pressi del porto sono ancora visibili resti del Basso Forte (lettera B della mappa di Berlino, lettera N della mappa di Madrid e lettera F della mappa di Vienna) possiamo concludere che, malgrado lo scempio compiuto dagli scellerati termitani, il nostro Real Forte continua a rivelare, della sua antica imponenza, tracce sufficienti per iniziare quell’approfondito studio, non solo storico ma anche e soprattutto topografico, da tempo e da tutti auspicato.

Concludo facendo notare che probabilmente, oltre ai documentati due ponti levatoi, poteva esserci anche un fossato riempito d’acqua (del Cornelio?) a difesa della fortificazione.

 

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