PO 32 – Etologia termitana (20.1.2011)

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                                                      Prima (3.10.2008)                                                                                                                       Dopo (GdS - 11.4.2009)

Le abitudini delle termiti non c’entrano, alludo invece al comportamento dei termitani nei miei confronti prima (foto a sinistra) e dopo (foto a destra) la pubblicazione del mio saggio su Termini (foto al centro). Preciso inoltre che sono costretto a tornare, sia pure telegraficamente, su questa “bega paesana” (vedi  CA 16) perché un mio carissimo compagno di scuola sostiene che i termitani mi hanno mandato a quel paese per il mio “filoberlusconismo”.

Nel settembre 2008, quando decisi di scrivere sulla mia città, raccolsi una consistente bibliografia principalmente alla Giustino Fortunato, una biblioteca specializzata sul meridione, molto fornita e molto funzionale. Poi però andai una settimana a Termini per procurarmi, come d’abitudine, notizie, foto e dati di “prima mano”, trovando, come do atto nel saggio (foto al centro), la massima collaborazione nei miei concittadini, in particolare al Comune (foto a sinistra) – forse, chissà, per “rispetto” alla memoria, non del tutto sbiadita, di mio padre “Don Ninuzzu Gaita” (raccolsi materiale anche alla biblioteche comunali di Termini, Palermo e Cefalù). Ebbi ulteriore prova di questa benevolenza anche da un lusinghiero articolo che Salvatore Mantia, di sua iniziativa, volle dedicarmi.

All’uscita del saggio (ai primi di aprile 2009) ovviamente mi aspettavo una accoglienza altrettanto benevola, o comunque una qualsivoglia critica, invece fu accolto dal silenzio e dall’indiffenza generale. Anzi, per essere più esplicito, incontrai una vera e propria “inspiegabile” ostilità. In particolare l’amico Mantia se la cavò col trafiletto sul “fisico atomico” (foto a destra), l’amico Giunta mi consolò dicendo che le sentenze toccavano alla posterità (quella mia, cosa che lui ovviamente non mi augurava!), mentre il compianto Navarra mi disse “testualmente” e papale papale (scusandosi per la brutalità e ringraziandomi al contempo per le righe, fin troppo generose, a lui dedicate) che tutte le cose che avevo scritto “già si sapevano” e che avevo commesso errori o ingenuità bibliografiche (forse alludeva al libro della Dufour – vedi CA 16), scusabili però “visto che non stavo a Termini”. La situazione – surreale, dal mio punto di vista – non è cambiata con tutti i miei numerosi successivi contributi su Termini (vedi Caverni News e Poleni News).

Considerato che ho accennato alle mie idee politiche solo un mese fa (vedi PO 19) ne segue che l’“effetto Berlusconi  non c’entra niente: semmai, anche se mi rifiuto di crederlo, la colpa potrebbe essere dovuta ad un diametralmente opposto “effetto De Mauro”.

  

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